Bobby Walker è uno dei manager addetti alle vendite della GTX,
un'azienda che ha diversificato nel corso degli anni le proprie
attività. Bobby ha una moglie, due figli e una vita agiata che gli
permette di giocare a golf e di possedere una Porsche. Un giorno però,
da un momento all'altro, tutto questo inizia a cambiare. Perché la GTX
ha deciso di chiudere alcune sue attività e migliaia di dipendenti
vengono licenziati. La stessa sorte toccherà di lì a poco a Phil
Woodward, uno dei manager che hanno visto nascere l'azienda un tempo
impegnata nella cantieristica navale. Anche Gene McClary, co-fondatore,
viene messo in una posizione di minoranza che gli crea non pochi
ripensamenti. Ci sono film che da noi non raggiungono le sale forse perché, visto lo scarso successo al box office in patria, sembrano non avere chance. Forse i distributori nostrani hanno ragione perché in tempi di crisi ben pochi hanno voglia di vedere sul grande schermo quello che è il loro presente o potrebbe diventare il loro futuro. Ci sono però opere che sanno descrivere con chirurgica precisione dei percorsi esistenziali determinati dal sacrificio al tribale "Dio Mercato" che invece meriterebbero una visione. The Company Men è una di queste. I motivi sono essenzialmente due. Innanzitutto il cast che offre ai diversi personaggi delle caratterizzazioni puntuali ed estremamente realistiche ma soprattutto il punto di vista assunto dalla sceneggiatura. La crisi che ha colpito gli Usa nel passato recente e che si è estesa a tutto il mondo viene vissuta sulla pelle di chi si riteneva intoccabile.
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