1966. Una ragazza grida di paura, nel braccio isolato di un ospedale psichiatrico. L'indomani, un'altra ragazza, Kristen, dopo aver dato fuoco ad una casa colonica tra i boschi, viene catturata dalla polizia locale e portata nello stesso reparto, senza alcun ricordo degli eventi precedenti al rogo. Qui, Kristen incontra quattro coetanee: la seduttrice Sarah, l'infantile Zoey, la creativa Iris e la selvatica Emily, ma viene anche a conoscenza dell'esistenza di Alice, una ragazza sulla cui sorte regna il mistero, il cui fantasma terrorizza i corridoi dell'ospedale e impedisce che chiunque esca vivo dal "reparto".
Torna John Carpenter, dopo nove anni, e la bella notizia è che torna con entusiasmo prima ancora che con successo. A volte conta più il primo del secondo. Sebbene The Ward non apporti nulla di nuovo alla storia del genere horror, la sua fattura è un piacere per gli occhi e un'efficace calamita dell'attenzione. Carpenter, questa volta, non scrive né musica, ma lavora su una discreta sceneggiatura e su una musica più che adatta. Il suo tocco è esteticamente elegante e simpaticamente ambiguo, oltre che nostalgico, ma senza inutili lamenti, del psico-thriller anni Settanta, inquieto più che inquietante, caldo ed essenziale.
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