Cinquanta anni fa, il 12 dicembre 1968, usciva nelle sale italiane “2001: Odissea nello Spazio” , il capolavoro di Stanley Kubrick, pietra miliare della storia del cinema e fondante del genere cinematografico della fantascienza. La lavorazione, come sempre nella filmografia del misterioso maniacale, perfezionista regista americano, è un film nel film durato quasi 4 anni di preparazione dal primo incontro tra il regista e Arthur C. Clarke – ispiratore e co-sceneggiatore della pellicola – agli ultimi tagli dopo la prima americana. Il mago degli effetti speciali Douglas Trumbull (nello speciale di Wonderland su Rai4) racconta: “La possibilità di inserire gli alieni nel film era costante, ci stavamo provando tutti, ci stavo lavorando anch’io. Il problema non è che non avessimo provato a realizzare gli alieni, ma solo la mancanza di tempo. Stanley alla fine decise – secondo me saggiamente – di non inserire gli alieni nel film, di suggerire la loro esistenza senza renderli manifesti e credo che questo abbia reso il film migliore.” La genesi creativa di uno dei titoli più iconici dell’intero XX secolo è l’altra faccia di una vera e propria odissea produttiva, con il perfezionismo del maestro a sfidare i limiti di costo di una macchina realizzativa incredibilmente complessa.
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