2 novembre 2011. Silvio Berlusconi rassegna le sue dimissioni da Presidente del Consiglio. La storia di Suburra,
basato sul romanzo omonimo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini,
comincia sette giorni prima, immaginando che proprio allora Papa
Ratzinger prenda la storica decisione di abbandonare il ruolo di
pontefice. Il film è dunque incorniciato da due abbandoni "paterni", è
dedicato da Stefano Sollima al padre Sergio, e racconta l'assenza (o la
defezione) delle figure maschili di riferimento nella società italiana,
attraverso le avventure di un gruppo di uomini cui viene continuamente
ripetuto di non essere all'altezza del proprio genitore.
C'è Filippo Malgradi, politico corrotto e dissipato, che passa la notte
con due escort, di cui una minorenne, e si caccia in un ginepraio senza
fine. C'è Sebastiano, organizzatore di feste vip abituato a fare il vaso
di coccio fra vasi di ferro. C'è Numero 8, giovane boss della malavita
di Ostia che sogna di trasformare il litorale romano in una Las Vegas,
come Bugsy Siegel. C'è Manfredi Anacleti, capo di un clan di zingari che
vorrebbe fare il salto nel crimine di serie A. E ci sono Sabrina,
l'escort che fornisce la "carne fresca" a Malgradi, e Viola, la compagna
tossica di Numero 8. I destini di tutti i personaggi sono destinati ad
incrociarsi illuminando il legame che esiste da sempre (o almeno dai
tempi della Suburra romana) fra criminalità e potere politico.
Dopo il coraggioso ACAB e la serie televisiva Gomorra,
Sollima si cimenta con questo "romanzo criminale" cercando di dargli il
respiro della lunga serialità, ma sacrificando nell'impresa molti snodi
narrativi che sarebbero necessari per capire fino in fondo la trama:
qui e là la sceneggiatura, firmata da Stefano Rulli e Sandro Petraglia
oltre che da De Cataldo e Bonini, dimentica infatti di comunicare al
pubblico dettagli importanti sul come, il quando e il perché avvengano
determinati eventi e scambi di informazioni. A molti spettatori questo
non importerà, presi come saranno dall'incalzante ritmo narrativo che
Sollima imprime alle vicende e a i personaggi: la sua regia è
impeccabile, energica, bizantina, fa leva su inquadrature calibrate al
millimetro e sulla fotografia opulenta di Paolo Carnera. In questo senso
Suburra è una goduria per gli occhi e avrà quel riscontro del pubblico che cerca incessantemente.
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venerdì 27 ottobre 2017
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