In un piccolo paese nella provincia del Sud Italia vivono Rosa, diciassettenne abbandonata dalla madre e in conflitto col padre, e Gladys, emigrata di ritorno, nubile, impiegata in nero presso un laboratorio clandestino in cui confeziona tessuti. Quando la prima decide di trascurare gli studi per essere assunta nella sartoria abusiva, tra le due donne nasce una relazione fatta di fiducia e compensazione che le vede fianco a fianco per affermare i propri diritti.
Prima opera di finzione di Andrea D'Ambrosio, che abbandona le forme del documentario per raccontare una storia ispirata ai fatti di cronaca che nel 2006 hanno coinvolto il materassificio Bimaltex di Montesano sulla Marcellana. Il regista sposta la vicenda nel vicino comune di Montemarano, specchio anonimo di un meridione povero, dello sfruttamento operaio, della discriminazione femminile sul posto di lavoro. Ma non è soltanto l'economia ad essere sommersa; lo sono, in primo luogo, le prospettive e le attese di donne e uomini a cui non sono stati forniti gli strumenti culturali per reagire. Rosa, ben interpretata dall'esordiente Alessandra Mascarucci, non comprende l'utilità di conseguire il diploma scolastico, e rischia con leggerezza di rimanere incinta di un ragazzo che la necessità ha spinto a espatriare in Svizzera. Gladys, dal canto suo, è troppo ingenua per combattere l'ingiustizia che la circonda e troppo sola per sindacalizzare la sua protesta.